Come rientrare dei nostri debiti, politica COVID inclusa

Autore: - Sezione: Attualità
Come rientrare dei nostri debiti, politica COVID inclusa

In questi giorni, si sente parlar molto di ingenti quantità di denaro da immettere nel sistema economico, MES o non MES, i miliardi quantificati, prossimi allo stanziamento, sono una cifra forse mai approvata ad oggi da una finanziaria nazionale d’orizzonte annuale.
Leggendo alcuni scritti di Maria Flavia Ambrosanio e Paolo Balduzzi, docenti di Scienza delle Finanze presso l’Università Cattolica di Milano, qualche idea da condividere non manca, come del resto è missione fare con ilDigestivo. Proviamo a pensare a che leve ci siano per poter rientrare di così tanta liquidità versata e da versare, senza doverci imbattere in un tracollo economico finanziario.
Pensiamo all’IVA, imposta dal forte carattere regressivo vero, ma perché non alzarla di un punto percentuale in modo selettivo? Ovverosia su una determinata categoria di beni di consumo, che non rientrino nel paniere della prima necessità, si pensi a super-alcolici, cibi particolarmente grassi, bevande altamente zuccherate o dolciumi non proprio salutari come alcune merendine estremamente ricche di conservanti. Da quest’azione, senza significativo impatto sociale, si andrebbe a raccogliere un’importante quota di introito. Bene la plastic tax su quanto non sia riciclabile.
Tema carburanti, siamo desiderosi di supportare la diffusione di una mobilità più sostenibile, magari puramente elettrica? Perché non introdurre un’accisa su tutti i carburanti direttamente legati al petrolio, eccetto per la categoria di trasporto legata ai mezzi adibiti a veicolar merci, prodotti e generi alimentari, la mobilità della singola persona fisica trova oggi delle alternative grazie all’intermodalità, l’impatto dunque sarebbe ammorbidito. Deve sempre esserci un’alternativa!
Perché non introdurre una tassa lump sum da rivolgere ad una determinata fascia della popolazione, più abbiente, che goda di almeno due dichiarazioni dei redditi consecutive oltre una data soglia per il buon nome della compagine sociale?
Perché non investire parte della spesa pubblica in modo oculato, in opere civili che abbiano già in due o tre anni una ricaduta positiva grazie al loro moltiplicatore. Si pensi agli snodi logistici a favore dell’interscambio fra ferrovia e trasporto su gomma. Si pensi a rigassificatori e gasdotti, si ragioni sulla manutenzione degli snodi stradali, all’ampliamento dei nodi portuali. Siamo una penisola che porta al nord Europa, va da sé che possiamo convogliare un flusso di merci, beni e persone verso i nostri paesi confinanti; il costo del trasporto giocherebbe a nostro favore, come del resto un tempo e, parliamo del Medioevo, si era soliti richiedere un fiorino per il passaggio dall’allora Florentia un certo campo d’azione esiste anche oggi.
Riflettiamo sul concetto di condono, perché non riconoscerlo solamente a livello immobiliare? È pacifico che un bene immobile dichiarato sia poi fonte di reddito futuro per lo Stato, grazie all’imposizione fiscale sulla proprietà.
Si riducano i costi delle transazioni digitali, a favore di una maggior trasparenza. Non dimentichiamoci che questo sia un primo passo per combattere l’evasione fiscale, che Santo Cielo, ha proprio bisogno di essere estirpata dal nostro paese. A tal proposito, attuato tutto quanto sopra, che si riduca il carico IRPEF, così da stimolare le persone fisiche ad effettuare il pagamento delle tasse più volentieri. Grazie alla digitalizzazione dell’informazione, possibile sia così complesso dar atto al cittadino di cosa si sia realizzato grazie alla sommatoria delle tasse pagate da imprese e persone? Semplice moral suasion.
Siamo il Paese più colmo di beni culturali, siti archeologici, monumenti ed enti museali, possibile non si riesca ad aumentare di qualche punto percentuale il ticket di una visita al turista straniero? Per visitare certe assurdità in taluni paesi, il costo di un biglietto non ha proporzione. Che si riconosca valore al valore! Negli scantinati dei nostri siti museali, sono impilate e stoccate migliaia di opere d’arte incommensurabilmente maestose. Ma perché non affittarle ai grandi musei internazionali, perché non ricavare valore dal valore? Piuttosto che tenerle in cantina, che le si venda in aste!
Veniamo ai titoli di Stato nazionali, da Italiani, potessimo devolvere i nostri risparmi all’acquisto agevolato fiscalmente dei titoli del Paese, non esiteremmo a farlo. Per le nostre imprese, crediamo nei PIR, crediamo nelle loro obbligazioni, ma per il buon nome della nostra Italia, non lasciamo che le nostre aziende si indebitino con l’estero! Verso l’estero, una sola legge deve valere oggi, l’export del prodotto finito sotto il buon nome dell’accreditato e blasonato made in Italy.
Confindustria, Confcommercio, Confturismo, Confartigianato, siete davvero vicine alle nostre compagnie? Fatevi ancor più indotto d’export, di sussidi per la ricerca e lo sviluppo, fatevi ricettacolo dei finanziamenti europei alla crescita ed all’innovazione, fatevi motore d’interscambio per il business matching, agiamo da distretto nel far acquisti di materie prime e semilavorati verso l’estero, usiamo insomma un briciolo d’astuzia della partita economica, la globalizzazione va ripensata! Servono piani industriali in politica, oggi si confonde l’economia politica con la politica economica, urge avere una visione strategica, Cassa Depositi e Prestiti oggi sembra averla, spingiamo sul suo operato!
Ad ultimo, la defiscalizzazione del costo del lavoro, in questo momento dove gli imprenditori faticano a pagare gli emolumenti, almeno per questi ultimi due trimestri d’anno, riduciamo la pressione fiscale sul lavoro e sgraviamo le assunzioni! Si valutino davvero mezzi di più facile gestione di un pagamento di uno stipendio specie per attività stagionali come quelle legate al mondo dell’agricoltura, il concetto di voucher è così sbagliato? Gli investitori internazionali, se strategici e se la loro presenza sia a positiva ricaduta economico sociale, ma facciamo aprir loro le loro società con defiscalizzazione, creiamo lavoro!
Rimettiamoci in sella signori e signore e facciamolo con criterio, a testa alta ed a marcia quarta!