FAKE,CENSURE E STRANE COINCIDENZE..
Alle tante perplessità sul rapimento anomalo di Silvia Romano si è aggiunta, poco dopo il suo rientro in Italia, la diffusione di un video, girato nel 2017 a Bologna, di una giovane che per ‘eseguire un esperimento sociale’ circolava completamente nuda tra un gruppo di immigrati.
Effettivamente questa giovane donna – la cui identità è stata nelle ultime ore da molti attribuita alla stessa Romano – ha eseguito la sua performance immigrazionista davanti a un gruppo di fotografi e giornalisti attorniata da africani festanti per veicolare spregiudicatamente un preciso messaggio politico. Secondo il sito InfoSec News (acronimo di Info Security) diretto da un ex (?) generale della Guardia di Finanza, prontamente intervenuto sulla vicenda, tuttavia la protagonista della passeggiata esibizionista di Bologna sarebbe una sconosciuta giovane valdostana che avrebbe ricevuto pure una multa di tremila Euro. Peccato che il generale non citi la fonte da cui ricava la notizia né l’identità della presunta valtellinese.
Che si tratti solo di una bizzarra coincidenza, come sostiene questo giornale online, oppure di un’ulteriore dimostrazione che la vicenda nasconda ben precisi obiettivi non sta a noi determinarlo con certezza.Eppure alcuni elementi colpiscono per la loro assoluta coincidenza: innanzitutto la giovane ripresa nel 2017 è praticamente identica a Silvia Romano (forma del viso, attaccatura dei capelli, naso, occhi, sorriso) persino nella posizione inusuale di un tatuaggio alla spalla sinistra (che nel video di Bologna appare più grande e vistoso di quello che presenta la Romano in altre immagini – forse proprio perché posticcio e realizzato per dissimulare quello reale).
Ad ogni buon conto a rendere più difficile comprendere quale possa essere la verità si sono prontamente attivati decine di siti a denunciare la ‘bufala’ con la contemporanea rimozione e oscuramento attuato da Google dei video e delle immagini di Bologna. Circostanza questa davvero bizzarra visto che Google con questa azione ha eliminato proprio gli elementi che avrebbero potuto smascherare l’inganno (ammesso che questo sia tale). Ulteriori perplessità riguardano però anche il ‘messaggio politico’ ribadito con forza dalla ex ‘sequestrata’, accanto al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Giuseppe Conte e al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Paludata nella veste islamica delle donne di Al’ Shabbab (gli integralisti musulmani somali autori di innumerevoli stragi islamiste) tessendo le lodi dei suoi ‘sequestratori’ che l’avrebbero ‘trattata benissimo’.Oltre che sinceramente incomprensibile la ragione perché debba intervenire lo Stato italiano nel liberare una ‘rapita’ che si trovava benissimo al punto da convertirsi alla fede dei presunti carcerieri, averne probabilmente sposato uno (che dicono l’abbia pure messa incinta) e ripresentarsi in Italia in perfetta salute, persino leggermente ingrassata, dopo 18 mesi nelle foreste tra il Kenia e la Somalia dilaniata dalla guerra, con un elegante orologio Cartier (originale o imitazione che sia) al polso.
Il sospetto del tutto legittimo è che anche ora ci troviamo di fronte a “un esperimento sociale per dimostrare che sono tutti buoni” come sosteneva a Bologna la giovane che non aveva esitato di sfilare nuda tra un gruppo di immigrati. Altrimenti perché ribadire pubblicamente, a parole e nei gesti, di fronte ai rappresentanti del Governo la conversione alla falange più sanguinaria dell’integralismo musulmano del Corno d’Africa, o sottolineare più volte di essere stata trattata bene? Forse tanti dubbi dovrebbero però essere chiariti da un’inchiesta della Magistratura, ma qualcuno anche a cominciare dal Ministro dell’Interno che potrebbe facilmente svelare il mistero sull’identità della protagonista dell’esperimento di Bologna e mettere un primo punto fermo alla vicenda.
Gianluca Castro