God save Bremain!

Autore: - Sezione: Politica
God save Bremain!

Il referendum appena conclusosi, con il suo esito shock, denota in un certo qual modo un’irrazionalità assurda. God Save Bremain!
Se il Regno Unito dovesse definitivamente lasciare l’Unione Europea, il futuro non farebbe altro che incupirsi ulteriormente, si darebbe infatti adito ad una tenebrosa e scura tinta di incertezza, alla tela blue cobalto stellata in oro, nostra bandiera europea.
In questo momento dove l’unione rappresenta davvero la forza, una rottura simile inasprisce animi e induce rassegnazione di fronte ai grandi lavori di avvicinamento necessari affinché ciascun Paese membro possa realmente sentirsi parte d’Europa. Questo divorzio non s’ha da fare, ne domani né mai.
Fonte: Corriere della Sera, edizione del giorno 20/06/2016.

Non va bene, non è giusto che il Regno Unito lasci l’Europa per i valori che tradirebbe, l’Unione Europea è nata per prendersi per mano e condividere gli sforzi necessari per rialzarsi in piedi, dopo scempio e distruzione causati dalla Seconda Guerra Mondiale; è stata concepita per ritrovare e alimentare la fratellanza fra il genere umano, la solidarietà verso i più deboli, per la speranza di un futuro meno incerto e migliore, per consolidare libertà fondamentali dell’uomo, per sviluppare la democrazia, per costruire, difendere e moltiplicare la Pace.
Economicamente l’uscita del Regno Unito significherebbe ulteriore sofferenza, non solo per i Paesi Europei, ma anche per gli stessi inglesi. Inevitabilmente infatti la sterlina subirà un brusco deprezzamento, scostandosi sensibilmente dal valore dell’euro. I Paesi dell’Unione monetaria, incamereranno un colpo basso, per via del freno alle esportazioni verso la Croce di S.Andrea. Gli inglesi sono rinomati importatori nei settori della meccanica strumentale, dei mezzi di trasporto, del tessile e dell’alimentare. Solo l’Italia nel 2015, come dichiarato da SACE, ha raggiunto con il Regno un volume d’affari di 22,5 miliardi di euro. Con la Brexit, le stime per il 2017 sono di contrazione di almeno il 5% del totale. Si parla di 1,125 miliardi di euro di economia reale vanificati e questo vale solo per il Tricolore. Non potendo importare, gli inglesi riverseranno quote sensibili di domanda verso il mercato interno, insufficiente a soddisfare il fabbisogno, destando rialzo dei prezzi e smodata inflazione a discapito dei sudditi della Regina. Multinazionali con sede operativa nell’Isola, dovranno stabilire se restarvi oppur no, a fronte di condizioni ambientali tramutatisi di punto in bianco in sfavorevoli, ovverosia il venir meno dei trattati di Maastricht e Schengen, traguardo impareggiabile per la libera circolazione di merci e persone. Si andrà forse incontro a chiusura di stabilimenti con contestuali licenziamenti? Il danno indotto, si capisce, non ha solo dunque matrice internazionale. La finanza rappresenta solo il 10% del PIL britannico, dunque, con un inevitabile rincaro dei fattori produttivi importati, non si indurrebbe dunque una perdita significativa di competitività alle imprese? Il momento economico non è di certo dei migliori per nessuno, chi oggi vorrebbe perdere competitività per una ragione così assurda? Che non si trascurino i costi della sanità indotti dai farmaci da importare!
Il settore della ricerca universitaria subirà un duro contraccolpo, non rientrando più fra gli atenei europei campus del calibro di Oxford e Cambridge, scienze quali farmacia, medicina, matematica, informatica, ingegneria, biologia non potranno più contare sui programmi di scambio e consolidamento della conoscenza con la Corona. Anche qui, si comprende bene che verranno meno progetti supportati dalla bandiera blue cobalto a stelle d’oro, meno studenti si muoveranno dunque verso l’Isola e dunque ancora una volta il risultato è negativo per entrambe le parti.
In materia di sicurezza, oggigiorno oggetto di rilevante importanza, che ne sarà dell’azione militare congiunta, propria delle campagne europee, che ne sarà dell’importante programma operativo delle marine militari, che ne sarà dell’intelligence sovranazionale. Anche su questo fronte, si comprende che il danno vicendevole risulta essere notevolmente pesante.
Ultimo, ma non meno importante, l’Europa scelse l’inglese come lingua istituzionale. Non è dunque assurdo che l’Inghilterra lasci l’Unione? Forse il popolo inglese non era a conoscenza di tutte questo all’atto del voto. God Save Bremain!