Una voce dal passato

Autore: - Sezione: Cultura
Una voce dal passato

Discepolo di Milton Friedman, padre del liberismo contemporaneo, Becker, brillante economista di Chicago, si distinse per aver applicato strumenti tecnici di ricerca a tematichedi natura socio demografica, giungendo a considerazioni rilevanti persino oggi, a più di vent’anni dalla loro pubblicazione.
Data la lungimiranza di alcuni suoi pensieri con questo saggio viene data un’echo alla sua voce del passato.

Il capitale umano è la vera risorsa strategica
Nelle economie moderne il capitale umano sta acquisendo un’importanza crescente. Conoscenze e competenze hanno sempre più valore, soprattutto oggi dove la globalizzazione non è più solo una possibile opportunità, ma una verità con cui convivere, combattere e vincere o comunque sopravvivere.
È necessario mobilitare rigorosi investimenti per la formazione di tutti i cittadini, questo l’obiettivo massimo cui si dovrebbe puntare secondo Becker, il motivo? Perché senza una società istruita il futuro economico di un Paese risulterebbe segnato. Viviamo in un’era sorretta da quattro grandi pilastri: informazione, tecnologia, efficacia ed efficienza. Le fondamenta su cui queste colonne portanti si ergono sono proprio le competenze, il know how, il saper fare insomma; quella conoscenza tecnico scientifica e umanistico organizzativa in grado di alimentare con fermento la vita di una qualsiasi realtà manifatturiera. Le imprese di un paese industrializzato come l’Italia, che vanta più di un secolo di storia di fabbrica, non possono trovarsi costrette a cercare altrove il personale propriamente qualificato per la loro gestione. Oggi più che mai la formazione è un prerequisito fondamentale per essere “giocatori attivi” al tavolo dell’accaparramento di quote di mercato. A tal proposito istruzione scolastica e universitaria devono essere incentivate.

L’approccio economico alla vita
In un suo saggio Becker cerca di mettere in chiaro come i principi che stanno alla base dell’economia trovino larga adesione nel modo quotidiano di pensare e vivere , proprio di ogni essere umano. Se orchestrato da un pizzico di etica e moralità, l’approccio economico alla vita può diventare persino uno strumento di educazione sociale. È necessario cominciare questa trattazione coniugando un assunto: tutti gli individui valutano razionalmente, consciamente o inconsciamente, quale possano essere i rischi e i benefici di una qualsiasi decisione che si trovano a dover affrontare. Quest’affermazione è lapalissiana, in quanto gioca sulla definizione di essere umano, animale razionale. Il concetto che si nasconde alle spalle di tutto questo è l’utilità. Ciascun uomo o donna si distingue dagli altri per avere particolari atteggiamenti preferenziali; in una qualsiasi scelta, caratterizzata dai più svariati obiettivi, agirà cercando di massimizzare la propria utilità, cioè il risultato della sua azione. Con questa affermazione non si ricade nel più profondo utilitarismo individualistico, per il semplice fatto che l’utilità è un concetto che attraversa molteplici sfere, da quella sentimentale a quella materiale e coinvolge non uno, ma molteplici individui, per gli effetti che si generano dalla sua massimizzazione.
Una scelta dunque può essere spiegata e interpretata come risultato di un intricato bilancio mentale fatto da rischi, costi e benefici. Come trarre vantaggio sociale da questo? Ad esempio rendendo economicamente molto più sconveniente la criminalità. Di fronte a sanzioni elevate, rischio di reclusione e ore ed ore di lavori socialmente utili chi più deciderebbe di commettere un furto, una frode o un qualsiasi reato che implichi illeciti amministrativi. Appesantire la sfera dei costi e dei rischi all’interno del bilancio mentale che sta a monte di una scelta di criminalità, può arrivare proprio al suo rifiuto. Ecco il fine sociale dell’approccio economico alla vita. Pensiamo poi ai matrimoni. La società contemporanea ha raggiunto punte impressionanti di divorzi e separazioni, con il conseguente sfacelo di intere famiglie. Perché non far leva su stringenti contratti prematrimoniali. Certamente può apparire triste ritrovarsi pochi istanti prima del “si” all’altare a contrattare su materialismi di ogni genere, ma esiste la possibilità di stilare contratti prematrimoniali di natura generale, non dettagliati al singolo bene o possedimento. Appesantendo la sfera del costo, la scelta del divorzio può essere scongiurata e forse questo può tradursi nel favorire la decisione di rimarginazione di un rapporto ferito. Le istituzioni dovrebbero pesare maggiormente questa aspetto dell’umanità.

Immigrazione. Una sciagura o un’opportunità economica?
Dopo la Primavera araba l’Italia, sia per sua accessibilità geografica, sia per migliore qualità di vita offerta è diventata sempre più obiettivo di immigrazioni. Tutto futuro pericolo di criminalità o opportunità? L’opinione di Becker ricade sulla seconda qualificazione. Un immigrato ha tutto l’interesse ad integrarsi nel tessuto sociale in cui si ritrova, poter lavorare, poter mantenere la sua famiglia, poter vivere nel rispetto del suo credo e di quello che caratterizza il paese che lo ospita. Queste le motivazioni di partenza. La responsabilità dell’evitare che tutto ciò si traduca in criminalità ricade nelle mani dello Stato, che deve mettere in campo una solida organizzazione. Qualsiasi uomo, costretto alla fame perché privato di un’identità ed emarginato, finirebbe per commettere un reato ma questo è evitabile. Come? Definendo un programma di istruzione per gli immigrati. Insegnare loro i fondamenti della lingua parlata, fargli comprendere usi e costumi del paese che li sta ospitando è il primo segno di civiltà che lo stato dovrebbe mostrare. Aiutarli a trovare un posto di lavoro o dar la possibilità di ricevere una formazione tecnica utile a tal fine è il secondo passo. Assistenza sanitaria ovviamente garantita, abbiamo a che fare con persone, cosa che forse, talvolta, è dimenticata. Inoltre sarebbe possibile predisporre una sorta di tassa da far loro pagare, nell’immediato o con soluzione dilazionata, pena per il mancato versamento, o per qualsiasi altro crimine commesso che lo richieda, la reclusione, non il rimpatrio, che per il paese è un costo elevato, non ripagato. Il modello olandese già prevede e pratica un programma di questo stampo e i benefici risvolti socio economici sono tangibili.

Competizione. Il miglior modo di crescere
Quando si dà il meglio di sé? Quando si è in competizione, a tutti i livelli ed in ogni ambito. Essa è il sale del buon risultato, è quella spinta ulteriore che insieme al bagaglio di esperienza e cultura permette di raggiungere il successo in un confronto. Economicamente in quale forma di mercato si manifesta? Laddove la concorrenza è permessa, per esserci competizione deve esserci qualcuno con cui competere e questo è possibile solo in un libero mercato, a libera partecipazione di attori economici. La competizione apporta la collaborazione, l’unione delle forze per il raggiungimento di una meta d’interesse comune. Niente di più potente ed efficace.

Democrazia e il decentramento dei poteri
La democrazia è la forma più nobile di rappresentazione politica di un popolo, è l’incarnazione del suo volere, del suo interesse, del suo valore! Per esistere essa deve scaturire dal decentramento massimo dei poteri di governo. È storicamente risaputo che la massima fertilità economica, poi, un paese la raggiunga solo in uno scenario socio politico di democrazia, questo è uno dei motivi per cui molti dei paesi del Terzo Mondo non riescono ad incanalarsi nella strada della crescita economica. Nazionalizzazione, controllo assoluto e politiche per la riduzione delle importazioni a favore delle uniche imprese locali hanno come risultato principale l’aumento del debito pubblico.